
Lunedì il primo ministro Elisabeth Borne ha reso omaggio in silenzio alle 130 persone uccise il 13 novembre 2015 nell'attacco rivendicato dall'ISIS. Esorta a non dimenticare “coloro che ci sono stati strappati dalla barbarie”.
Il primo ministro Elisabeth Borne ha partecipato lunedì, a Parigi e Saint-Denis, a brevi cerimonie in omaggio alle 130 vittime uccise otto anni fa durante i peggiori attacchi terroristici perpetrati sul suolo francese.
Sul suo account X ha reso omaggio "alle vittime, ai loro cari, ai sopravvissuti" e ha ricordato che questa giornata rimarrà "scolpita nella nostra memoria".
Le #13novembre2015, il terrorismo islamico ha colpito la Francia al cuore.
— Elisabeth BORNE (@Elisabeth_Borne) 13 Novembre 2023
Una giornata impressa nella nostra memoria, come i volti e i nomi di coloro che ci sono stati strappati dalla barbarie.
Omaggio alle vittime, ai loro cari, ai sopravvissuti. Non dimenticare mai. pic.twitter.com/cKaUNeEcQ9
Da parte sua, il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha scritto che “non dimenticheremo mai” e ha anche invitato i francesi a rimanere “uniti” nella lotta “per i nostri ideali”.
Il 13 novembre resta impresso nella nostra memoria in cui risuona l'eco di ogni vittima. Non lo dimenticheremo mai. Lotteremo sempre per i nostri ideali. Unito.
- Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) 13 Novembre 2023
Davanti al municipio dell'11° arrondissement di Parigi, Arthur Dénouveaux, presidente di Life for Paris, ha reso omaggio alle vittime e ha denunciato “leggi di sicurezza adottate in caso di emergenza”.
Vita per Parigi è un'associazione di “vittime e familiari delle vittime degli attentati del 13 novembre 2015”. Il suo scopo è “creare uno spazio di dialogo, condivisione, aiuto reciproco e solidarietà”.
Discorso completo del nostro presidente @Arthur_Dvx davanti, lì @Mairiedu11 oggi, in occasione delle nostre commemorazioni pubbliche in omaggio alle vittime degli attentati di # 13novembre. pic.twitter.com/qV6QWuxqpW
- Vita per Parigi (@lifeforparis) 13 Novembre 2023
Nel suo intervento, Arthur Dénouveaux si è soffermato sugli “sforzi sovrumani” che, a suo avviso, bisogna compiere per vivere “dopo una simile tragedia” e per “trasformare il desiderio di vendetta in sete di giustizia”. Evoca una “resistenza dolorosa” per continuare a vivere e soprattutto per “guardare negli occhi i nostri aguzzini e dire loro che soffrivamo ma non cediamo alla loro violenza”.
Al termine del suo intervento, il presidente di Life for Paris ha paragonato le reazioni politiche seguite agli attentati del 2015 e quelle seguite ai recenti assassinio del professor Dominique Bernard. Questo insegnante di francese ucciso il 13 ottobre da un ex studente radicalizzato ha messo il Paese in allerta di “attacco di emergenza”.
Secondo il presidente dell'organizzazione, la richiesta "legittima" della popolazione, che "esige che lo Stato faccia tutto ciò che è in suo potere per combattere il terrorismo", "non è sempre soddisfatta". Pertanto, ritiene che invece di “riflessione” e “reazione”, il governo mette in atto solo “leggi sulla sicurezza adottate con urgenza”. In questo senso afferma che "a parte le emozioni e le polemiche, gli attentati non provocano più molto".
In conclusione, ricorda che "insieme facciamo parte di una società civile che non si arrende" e che dobbiamo esserne "orgogliosi".
Melanie Boukorras