
A maggio le autorità nicaraguensi hanno bloccato i conti bancari delle parrocchie e delle diocesi cattoliche del Paese, comprese quelle della capitale dove sono depositate le donazioni e le offerte dei fedeli, adducendo sospetti di riciclaggio di denaro, si apprende da fonti concordi.
"Sono stato informato di questa situazione, ma soprattutto dei blocchi sui conti delle parrocchie", ha dichiarato all'AFP il cardinale e arcivescovo di Managua, mons. Leopoldo Brenes, al termine della messa domenicale.
"Posso (vi) rispondere sulle mie parrocchie: avevamo i nostri conti, e praticamente tutte le collette, le offerte che ci vengono date vengono depositate lì. Appena ci verranno chieste informazioni (su questi conti) daremo", disse il cardinale.
Sabato la polizia nicaraguense ha annunciato in un comunicato l'apertura di un'indagine nelle diocesi per "riciclaggio di denaro" in relazione a conti appartenenti a oppositori politici condannati.
Perquisizioni di edifici appartenenti a diocesi "portano alla scoperta di centinaia di migliaia di dollari nascosti in sacchi", secondo la polizia.
Mons. Brenes ha fatto eco alla preoccupazione dei sacerdoti per i ritardi nei pagamenti agli insegnanti delle scuole parrocchiali a causa del blocco dei conti su cui le autorità depositano i sussidi destinati a queste scuole.
Tuttavia, ha insistito, “tutte le parrocchie continuano a lavorare” e ad “andare avanti” per assicurare la loro missione di “evangelizzazione”.
Secondo il comunicato della polizia, il 19 maggio gli inquirenti sono stati informati di "attività illegali nel movimento di fondi e risorse su conti bancari che erano appartenuti a persone condannate per tradimento della patria" in relazione a "una rete di riciclaggio di denaro scoperta nelle diocesi". .
Le autorità riferiscono anche dell'esistenza di fondi che “sono entrati illegalmente nel Paese”.
Gli arresti di sacerdoti, in particolare per "atti contro la sovranità", si sono moltiplicati negli ultimi mesi dopo che il vescovo Rolando Alvarez è stato condannato a febbraio a 26 anni di carcere per "tradimento e cospirazione".
I rapporti tra le autorità e la Chiesa sembrano essere giunti a un punto di non ritorno da quando Papa Francesco a marzo ha definito il governo di Ortega una "volgare dittatura".
La Redazione (con AFP)