Aiuto alla Chiesa che Soffre: il 62,5% della popolazione mondiale vive in Paesi dove la libertà religiosa è gravemente violata

Aiuto alla Chiesa che Soffre: il 62,5% della popolazione mondiale vive in Paesi dove la libertà religiosa è gravemente violata

Il 16° rapporto annuale di Aiuto alla Chiesa che Soffre rivela lo stato della libertà religiosa globale oggi.

L'organizzazione di difesa dei cristiani perseguitati, Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha pubblicato ieri la 16a edizione del suo Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo. E il loro primato parla chiaro visto che il 62,5% della popolazione mondiale vive in Paesi dove la libertà religiosa è gravemente violata.

196 paesi sono stati studiati per questo rapporto. 28 di loro sono classificati nella categoria rossa che raccoglie le persecuzioni più forti. L'organizzazione denuncia un netto deterioramento della libertà religiosa rispetto al rapporto precedente.

Secondo l'organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, l'Africa è il continente più colpito dalle violazioni della libertà religiosa, dal momento che 21 Paesi su 54 sperimentano livelli pericolosi di persecuzione e altri 12 gravi minacce di contagio ai propri confini.

Per l'Asia, sono i poteri nazionalisti etnico-religiosi che strumentalizzano la religione per fini politici attraverso leggi anti-conversione e anti-blasfemia che opprimono le minoranze religiose, che l'organizzazione denuncia.

"Non possiamo restare senza agire di fronte a tanti casi di violazione della libertà religiosa", avverte Benoît de Blanpré, direttore dell'AED in Francia

"I governi devono essere fatti per rispettare le minoranze religiose e, in generale, lasciare spazio alla religione nella sfera sociale. Le norme sui diritti umani, compresa la libertà religiosa, esistono e devono essere difese dalla comunità internazionale".

Deplora una "situazione di impunità senza precedenti".

“Tra gennaio 2021 e dicembre 2022 l'attenzione ha continuato a essere deviata dall'emergenza sanitaria, poi dalla guerra in Ucraina e dalle sue ripercussioni politiche ed economiche. Il pragmatismo della comunità internazionale, distogliendo lo sguardo e non condannando queste violazioni, talvolta gravissime, hanno creato una situazione di impunità senza precedenti”.

MC

Credito immagine: Shuttestock / Maurizio Abbate

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