Manifestazioni a un anno dalla morte di Mahsa Amini: i cristiani subiscono pressioni da parte del governo

Dopo la morte di Mahsa Amini, i cristiani iraniani rischiano l'arresto se si uniscono alle proteste

Un anno dopo la tragica scomparsa di Mahsa Amini in Iran, i cristiani iraniani riferiscono che la loro eventuale partecipazione alle proteste per i diritti delle donne potrebbe portarli direttamente dietro le sbarre.

Sabato scorso si è celebrato il primo anniversario di la scomparsa di Mahsa Amini, una giovane donna di 22 anni della regione del Kurdistan arrestata dalle autorità di Teheran per “indossare abiti inappropriati”. La giovane donna è entrata in coma dopo il suo arresto ed è morta in ospedale per le ferite riportate.

Ciò ha fatto seguito ad una severa repressione codice di abbigliamento imposto alle donne in Iran, che impone in particolare l'uso del velo in pubblico.

Un recente rapporto del Commissione degli Stati Uniti per la libertà religiosa internazionale (USCIRF), pubblicato il 15 settembre, ha evidenziato i rischi a cui vanno incontro i cristiani che decidono di partecipare alle manifestazioni organizzate per l'anniversario della morte di Mahsa Amini.

Il commissario dell'USCIRF Susie Gelman ha dichiarato:

"I cristiani riferiscono di subire pressioni da parte del governo affinché non partecipino alle proteste. Se lo fanno e vengono arrestati, vengono aggrediti sessualmente in prigione".

Cristiano oggi riferisce che nonostante la decisione della Corte Suprema del novembre 2021, che lo ha stabilito Cristiani che partecipano alle chiese domestiche non dovrebbero essere considerati una minaccia nazionale o nemici dello Stato, continuano gli arresti.

Il rapporto annuale dell'USCIRF 2023, pubblicato lo scorso aprile, riporta la testimonianza di una donna cristiana armena che ha affermato di essere stata aggredita sessualmente nella famigerata prigione di Evin dopo essere stata detenuta in seguito alle proteste anti-hijab dell'anno scorso.

Secondo quanto riferito, il suo carceriere gli disse:

"Pensavi che, poiché sei cristiano, potevi fare quello che volevi e toglierti l'hijab!"

Paul Robinson, amministratore delegato di Rilascio internazionale, un ministero cristiano interreligioso, ritiene che "il movimento per la libertà in Iran sta guadagnando slancio e la libertà religiosa rimane la pietra angolare di tutte le libertà". 

Ha invitato le autorità iraniane a garantire la piena libertà di fede a tutti i cittadini.

Salma El Monser

Credito immagine: Shutterstock/ Alexandros Michailidis

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