L'Assemblea nazionale vota la deconiugalizzazione dell'indennità per adulti disabili

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L'Assemblea nazionale ha votato all'unanimità meno di un voto durante la notte da mercoledì a giovedì la deconiugalizzazione dell'assegno per adulti disabili (AAH), adottando gli emendamenti presentati da tutti i gruppi, dopo diversi rifiuti dell'esecutivo durante la precedente legislatura.

Il reddito del coniuge non sarà più preso in considerazione per il calcolo di tale beneficio al più tardi a partire da ottobre 2023, misura da tempo richiesta dai partiti e dalle associazioni di opposizione.

"Stiamo vivendo un momento storico", ha salutato il ministro del Lavoro Olivier Dussopt.

"Credo che se c'è un argomento che merita di votare insieme questa sera, è quello che consentirà la deconiugalizzazione dell'AAH", ha dichiarato Marine Le Pen, leader dei deputati dell'Assemblea nazionale, dopo una burrascosa sessione pomeridiana.

Il socialista Arthur Delaporte ha parlato di una misura che rimedia al “prezzo dell'amore” e all'”umiliazione”.

"La maggior parte delle volte si è opposto ferocemente alla deconiugalizzazione", ha ricordato l'eletto LR Aurélien Pradier, grande difensore del provvedimento nel corso della precedente legislatura. “E' vero signora Le Pen che lei non ha votato l'ultima legge che abbiamo proposto” su questo tema, ha aggiunto.

La maggioranza ha poi sottolineato che alcuni beneficiari sarebbero stati penalizzati e che il costo sarebbe stato troppo alto.

La data di entrata in vigore è stata comunque oggetto di dibattito. "Ottobre 2023 è troppo tardi", gli ambientalisti si sono opposti alla scadenza di attuazione.

"Considerazioni tecniche richiedono un periodo di attuazione" come le modifiche ai sistemi informatici, ha invocato la relatrice a maggioranza Charlotte Parmentier-Lecocq, indicando emendamenti "non realistici".

"Sarà organizzato un incontro di lavoro tecnico", ha promesso Olivier Dussopt. "Se possiamo andare oltre, lo faremo".

Se 160.000 persone vedranno aumentare in media la propria indennità di 300 euro, secondo le valutazioni effettuate dal Dipartimento di Ricerche, Studi, Valutazione e Statistica (DREES), circa 45.000 persone potrebbero essere danneggiate in caso di deconiugalizzazione “a secco”.

Per compensare questa perdita, i deputati hanno adottato un "dispositivo transitorio".

Creato nel 1975, l'AAH ha lo scopo di compensare l'incapacità di lavorare. Con un importo massimo di 904 euro al mese, viene pagato secondo criteri medici e sociali. Ad oggi conta più di 1,2 milioni di beneficiari, di cui 270.000 coppie, per una spesa annua di circa 11 miliardi di euro.

La Redazione (con AFP)


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