Hong Kong: rinviato il processo al cardinale Zen

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Il processo all'ex vescovo di Hong Kong, il cardinale Joseph Zen, instancabile difensore delle libertà politiche e delle riforme democratiche, doveva aprirsi lunedì 19 settembre e concludersi venerdì. Il giudice incaricato del caso avendo contratto il Covid-19, è stato rinviato a mercoledì. 

Il cardinale cattolico Joseph Zen, 90 anni, doveva comparire lunedì in tribunale a West Kowloon, insieme ad altri cinque attivisti pro-democrazia. Asia News riporta che secondo "media locali, compreso il Sing Tao Daily", il giudice incaricato del caso, il magistrato permanente Ada Yim Shun-yee, ha contratto il Covid-19. Il processo è stato quindi rinviato a mercoledì.

Venerdì ci si aspettava un verdetto, ma anch'esso poteva essere rinviato di qualche giorno.

Monsignor Zen, uno dei massimi dignitari della Chiesa cattolica in Asia, è stato arrestato all'inizio di maggio insieme ad altre quattro figure di spicco del movimento pro-democrazia, tra cui la cantante Denise Ho e l'avvocato Margaret Ng per conto del National Security Act.

Queste personalità erano gli amministratori di un fondo, ora sciolto, che si offriva di finanziare parte delle spese legali e mediche degli arrestati durante le grandi manifestazioni pro-democrazia del 2019.

Sono stati arrestati per "cospirazione con forze straniere", un'accusa che prevede l'ergastolo ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino nel 2020.

Ma il tribunale ha finora accolto solo l'accusa di mancata registrazione del fondo presso la polizia, che non deriva dalla legge sulla sicurezza nazionale e comporta una multa di 10.000 dollari di Hong Kong (1.190 euro) per una prima condanna.

Secondo Asia News, "le autorità hanno con ogni probabilità allentato le accuse per la preoccupazione per le ricadute internazionali".

In effetti, questo caso ha fatto rumore a livello internazionale. In particolare, a luglio il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che condanna l'arresto del cardinale e ha invitato il Vaticano a "dare il suo pieno appoggio al cardinale Zen" ea "rafforzare i suoi sforzi diplomatici e la sua influenza sulle autorità cinesi".

Inoltre, durante il volo di ritorno dal suo viaggio apostolico in Kazakistan giovedì scorso, papa Francesco ha parlato anche dell'arresto del religioso. Cauto, ha detto che, pur non credendo di poter "chiamare la Cina antidemocratica", "è vero che ci sono cose che ci sembrano antidemocratiche". Riguardo al processo al cardinale, ha aggiunto che sta cercando di accompagnare “il cammino del dialogo” in questa materia.

Camille Westphal Perrier

Credito immagine: Shutterstock.com/Ursidae

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