
Morale, costumi, etica, deontologia… con il programma Variations éthiques Présence Protestante (in onda su France 2 questa domenica) solleva le grandi questioni che si dibattono nella nostra società.
“Di chi sei figlio, ragazzo mio? gli chiese Saul. Davide rispose: «Sono figlio del tuo servo Iesse di Betlemme. » 1 Samuele 17:59
Qual è il mio nome ? Chi me l'ha dato? Da dove proviene? Cosa significa? Come è stato scelto? Chi l'ha scelto? Chi è mia madre? Chi è mio padre? Chi è mia figlia? Chi è mio figlio? E, prima… Chi può rispondere a queste domande?
È medicina, quando ha co-creato? Genetica, quando seleziona? Stato civile, quando si registra? Genealogia quando mette radici? Io stesso, quando decido di scegliere un nome presunto, d'arte o di vita? È la famiglia che mi cresce, in cui sono cresciuto? L'ambiente che mi ha educato? È l'amore che mi portano che mi fa vivere? Come definisce la nostra società i figli della vita dei suoi cari allievi? Possiamo vivere più filiazioni in una sola vita? Affiliazioni?
Origini, DNA, maternità, scienza, cambiamenti sociali, migrazioni, tribù, gruppi, etnie, storie familiari, pregiudizi culturali, credenze ancestrali... Quanti respiri ci costruiscono o decostruiscono!
Via con i venti, a volte miti, spesso contrari. Per il navigatore della vita che li deve affrontare, questi figli di Eolo possono provocare fragorose tempeste sotto i crani, abissi identitari da cui a volte sorgono Leviatani i cui tentacoli sono chiamati “malessere”, “angoscia”, “incertezza”, “depressione”. "E se mia madre...", "E se mio padre...", "E se mia figlia...", "E se mio figlio...".
La Bibbia è spesso dura e fredda su queste domande. A cominciare da Gesù stesso, il quale, fin dall'inizio del suo ministero, ebbe questa parola aspra: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? ".
Le questioni di filiazione esistono spesso nel vuoto nei racconti biblici, poco dichiarate, quasi dimenticate, sono però la radice di molti mali: Noè maledice Cam, Iochebed abbandona Mosè, Giacobbe ruba a Esaù la primogenitura e la benedizione del padre, Anna dà ad Elia il figlio che aspettava... E che dire di queste donne che, davanti al re Salomone, si fanno a pezzi per essere riconosciute come la madre dello stesso bambino?
Tuttavia, sopra i versi, l'immagine prende forma, si affina. Certamente, come Adamo, l'Uomo nasce solo e nudo; come Gesù, anche lui muore, solo e nudo. Ma sul cammino della vita che conduce dall'uno all'altro, a chi ha fede in Lui, Dio fa una promessa: chiunque noi siamo, figlia, figlio di tal dei tali o di nessuno, nessun leviatano, nessun vento inghiottirci. Essere figli di Dio è ascoltare e riconoscere quella voce che dice alle nostre tempeste interiori: “Silenzio! Chiudi la bocca ! Il vento cesserà e ci sarà una grande bonaccia.
Allora, amati dal Padre, vivremo in pace.
Per scoprire il programma "Variazioni etiche Une vie, des filiations" vai alle 10 di domenica 29 gennaio su Presenza protestante (Francia 2). Sarà anche disponibile per il replay su Francia.tv durante una settimana.
Cristoforo Zimmerlin, per la presenza protestante