USA: la Corte Federale d'Appello si pronuncia a favore delle cliniche cattoliche che rifiutano le operazioni transgender

Un tribunale federale il 9 dicembre ha rigettato un ricorso del governo Biden e confermato una sentenza che si era pronunciata a favore dei gruppi cattolici operanti nel settore sanitario. Quest'ultimo ha contestato l'obbligo imposto dalla cosiddetta legge "Obamacare" alle organizzazioni sanitarie religiose che ricevono fondi federali di eseguire procedure mediche transgender. Analoga sentenza è stata emessa ad agosto da un'altra corte d'appello.
In decisione unanime di tre giudici, la Corte d'Appello dell'Ottavo Circuito degli Stati Uniti ha stabilito che l'amministrazione Biden non può costringere un gruppo di operatori sanitari o professionisti cattolici a eseguire un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso.
Il Dipartimento federale della sanità aveva presentato ricorso contro una sentenza di un tribunale distrettuale federale del North Dakota che si era pronunciata nel gennaio 2021 a favore delle organizzazioni sanitarie cattoliche che si rifiutavano di conformarsi alla sezione 1557 dell'Affordable Care Act (legge Obamacare sulla protezione dei pazienti e sulla cura ), che vieta la discriminazione nell'accesso alle cure.
Nel 2016, il Dipartimento della Salute sotto il presidente Obama ha ampliato la definizione di discriminazione sessuale per includerla quelli relativi all'identità di genere o alla gravidanza. Ciò costringe gli ospedali e le cliniche religiose a eseguire aborti o curare i pazienti in base alla loro identità di genere dichiarata, non negando loro le procedure di riassegnazione del sesso.
Molte istituzioni mediche sono in conflitto con la legge. Tra loro, le Religious Sisters of Mercy, le Catholic Benefits Associations e altre, unite in tribunale dallo Stato del North Dakota.
I tribunali federali mettono al primo posto la libertà religiosa
Nella sua sentenza del 2021, il giudice del tribunale distrettuale Peter D. Welte riteneva che la legge non potesse applicarsi alle organizzazioni religiose. Aveva anche affermato che la Commissione per le pari opportunità di lavoro non poteva richiedere alle imprese cattoliche di fornire una copertura assicurativa per interventi chirurgici di riassegnazione del sesso o terapia ormonale.
La corte aveva in particolare concluso che l'obbligo gravante sui querelanti violava “le loro convinzioni religiose senza rispettare rigorosamente la legge per il ripristino della libertà religiosa (RFRA)”. Una legge del 1993 proposta dai democratici che tutela gli interessi dei credenti.
La Corte Federale d'Appello conferma questa decisione e dichiara: "Abbiamo riconosciuto che la perdita delle libertà [religiose] garantite dal Primo Emendamento, dalla RLUIPA e dalla RFRA costituisce di per sé un danno irreparabile". La RLUIPA è una legge del 2000 che migliora la RFRA.
I querelanti cattolici avevano già citato in giudizio nel 2016 per farsi imporre il vincolo, ma il caso è stato sospeso durante la presidenza Trump che aveva ha escluso la questione transgender dall'interpretazione della non discriminazione nell'affidamento.
Questa decisione del tribunale arriva come un'altra Corte d'Appello Federale, quella del Quinto Circuito rivendicato l'Alleanza francescana, nove Stati e più di 20 operatori sanitari che si sono rifiutate di eseguire operazioni e aborti transgender.
Jean Sarpedonte