
Nella foresta di Malindi la terza fase di riesumazione dei corpi è stata ora interrotta per consentire l'esecuzione delle autopsie.
Nella foresta di Shakahola, a Malindi, in Kenya, il "massacro" continua a mietere vittime. Ora deploriamo 338 vittime, rinvenuti durante le prime tre fasi appena concluse.
Le vittime erano state spinte a un digiuno mortale dal controverso predicatore Paul Nthenge Mackenzie, che le esortò a morire di fame per incontrare Gesù.
La terza fase, durata due settimane, è ora interrotta per consentire le autopsie. Oggi mancano ancora 613 persone.
Le 65 vittime salvate dal “massacro di Shakahola” sono dovute andare al processo lunedì scorso, che si è svolto presso il tribunale di Shanzou. Sono accusato di tentato suicidio ex artt. 36 e 226 cp.
I sopravvissuti sono accusati di aver più volte tentato di fuggire dal centro di soccorso che li ha accolti. Secondo i documenti del tribunale, “in varie date tra il 6 giugno e il 10 giugno 2023, il Sajahanadi Rescue Center nella cittadina di Mtwapa, nella contea di Kilifi, (il gruppo) ha tentato il suicidio mentre scappava dai pasti”.
È anche presso il tribunale di Shanzou che si svolge il processo di Paul Nthenge Mackenzie, mentre due dei suoi avvocati si sono appena ritirati dal caso.
MC