Sentenza pronunciata contro una Femen che aveva mimato l'aborto di Gesù in una chiesa: Francia condannata dalla CEDU

Un'attivista femminista, membro di Femen, aveva mimato l'aborto di Gesù, in topless, davanti all'altare della chiesa della Madeleine a Parigi nel 2013. Giovedì la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha condannato la Francia per aver emesso una pena detentiva sospesa contro di lui, giudicando che Parigi avesse violato la sua libertà di espressione.
Eloïse Bouton aveva manifestato il 20 dicembre 2013 nella chiesa della Madeleine a Parigi, fuori da ogni ufficio religioso, "comparendo davanti all'altare, petto nudo e corpo coperto di slogan", ricorda la CEDU.
La sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo giovedì 13 ottobre précise che "i fatti sono stati commessi durante una prova dell'ensemble vocale della Madeleine" e che portava sul petto lo slogan: "344a cagna" in riferimento al "Manifesto del 343" a favore della legislazione dell'IVG. Mentre sulla schiena c'era scritto: “Il Natale si cancella” (il Natale si cancella in francese).
Aveva poi "mimato l'aborto dell'embrione di Gesù ponendo sull'altare un pezzo di fegato di vitello insanguinato che doveva rappresentare un feto". “La sua esibizione è stata breve e ha lasciato i locali su invito del maestro di cappella presente. Questa azione è stata pubblicizzata, alla presenza di una dozzina di giornalisti”, prosegue il tribunale.
La giovane, uscita dal Femen nel 2014, avrebbe giustificato il suo gesto in udienza, «con il desiderio di denunciare 'le campagne anti-aborto' portate avanti dalla Chiesa cattolica nel mondo e in particolare in Spagna e in alcuni Paesi orientali.
Dopo una denuncia del parroco, l'ex-Femen è stata in particolare condannata a un mese di reclusione con sospensione della pena, sentenza confermata in appello e in cassazione.
La Cedu, braccio giudiziario del Consiglio d'Europa, «ricorda anzitutto che una pena detentiva inflitta nell'ambito di un dibattito politico o di interesse generale non è compatibile con la libertà di espressione garantita dall'articolo 10 della Convenzione solo in via eccezionale circostanze, ad esempio, la diffusione dell'incitamento all'odio o l'incitamento alla violenza.
In questo caso, l'azione della ricorrente, che non è stata accusata di alcun comportamento abusivo o odioso, aveva l'unico obiettivo di contribuire al dibattito pubblico sui diritti delle donne”.
La Corte rileva inoltre che i tribunali francesi "si sono limitati ad esaminare la questione della nudità del suo petto in un luogo di culto, senza tener conto del significato attribuito alla sua performance o delle spiegazioni fornite sul significato dato alla loro nudità da Femen militanti”.
La CEDU conclude che i tribunali francesi "non hanno bilanciato adeguatamente gli interessi in competizione e che l'ingerenza nella libertà di espressione del ricorrente costituita dalla pena detentiva sospesa pronunciata contro di lui non era + necessaria in una società democratica +". La Francia ha quindi violato l'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo relativo alla libertà di espressione.
Parigi dovrà pagare 2.000 euro al richiedente per danno morale e 7.800 euro per costi e spese.
Su Twitter, Eloise Bouton ha accolto favorevolmente questa notizia. In questa pubblicazione compare in particolare una foto del giorno dell'incidente nella chiesa della Madeleine.
✌🏽✊🏽 🎉Dopo 9 anni di procedimento, la CEDU ha appena condannato la Francia per avermi dichiarato colpevole di esibizione sessuale (per un'azione femminista pro-aborto all'Eglise de la Madeleine nel 2013) e per aver violato la mia libertà di espressione (1/3) pic.twitter.com/iGjVeloa5B
— Eloise Bouton (@EloiseBouton) October 13, 2022
Camille Westphal Perrier (con AFP)