
Martedì si è pronunciata la Corte Suprema degli Stati Uniti una decisione favorevole alle scuole confessionali.
I sei giudici hanno invalidato un regime di sovvenzioni in vigore nello stato del Maine (nordest) ritenuto "discriminatorio della religione". Il caso si concentra su un meccanismo messo in atto per compensare l'assenza di scuole superiori pubbliche in metà dei distretti scolastici di questo stato scarsamente popolato. Le famiglie ricevono aiuti che possono utilizzare per mandare i propri figli in istituti di loro scelta, a condizione che l'educazione non sia guidata dal “prisma della fede”.
Due famiglie evangeliche avevano avviato un'azione legale per poter utilizzare questi fondi pubblici per mandare i propri figli in scuole confessionali escluse dal sistema.
La discriminazione religiosa è purtroppo comune in molti paesi del mondo.
La polizia sudanese ha arrestato due leader della chiesa il 14 giugno durante uno studio biblico per aver "violato l'ordine pubblico". Secondo il loro avvocato, i due uomini “sono stati accusati da un vicino di casa musulmano radicale che ha sporto denuncia contro di loro”. Secondo quanto riferito, ha detto alla polizia che i suoi figli stavano cantando canzoni cristiane e temevano che si sarebbero convertiti al cristianesimo.
L'uomo che domenica 15 maggio ha aperto il fuoco in una chiesa della California, frequentata dalla comunità taiwanese-americana, uccidendone uno e ferendone cinque, è ora accusato di reato di odio oltre ad altri conteggi. L'aggressore, 68 anni, David Chou, è accusato di aver “ucciso intenzionalmente la sua vittima a causa della sua razza, colore, religione, nazionalità o paese di origine”. Rischia la pena di morte.
Due gesuiti sono stati uccisi lunedì in Messico in una chiesa dove un uomo stava cercando di sfuggire ad aggressori armati, ha detto martedì la Compagnia di Gesù, che chiede ai presunti assassini di restituire i corpi. La Conferenza episcopale del Messico ha condannato questa “tragedia” chiedendo “una rapida indagine”, oltre a una maggiore sicurezza per i religiosi del Paese.
In questo contesto, non vi è, a priori, alcuna discriminazione religiosa. I sacerdoti sarebbero stati vittime della “delinquenza organizzata” che imperversa nel Paese.
Camille Westphal Perrier