Gli evangelici della Chiesa d'Inghilterra condannano la legge anti-gay in Uganda

yowerimuseveni

L'emanazione di una legge anti-LGBT+ da parte del presidente ugandese Yoweri Museveni a fine maggio ha suscitato indignazione in Occidente. Anche la parte evangelica della Chiesa d'Inghilterra denuncia la criminalizzazione del comportamento omosessuale.

Il 29 maggio, il presidente Museveni ha firmato una legge che penalizza pesantemente le relazioni omosessuali e la promozione dell'omosessualità. Il testo era stato votato da 528 dei 529 parlamentari il 21 marzo, era la seconda versione. Sotto la pressione internazionale, Museveni aveva chiesto ai parlamentari di modificare la prima versione che non distingueva tra essere omosessuale e relazioni omosessuali.

La versione finale afferma che “una persona presunta o sospettata di essere omosessuale, che non ha commesso un atto sessuale con un'altra persona dello stesso sesso, non commette il reato di omosessualità”.

D'altra parte, la legge prevede la reclusione per le persone colte in rapporti omosessuali e impone ai cittadini di denunciare le persone omosessuali o che sospettano di avere pratiche omosessuali, il che può portare al ricatto oltre a ciascuno un supervisore sociale.

Peraltro, mentre il presidente aveva chiesto di non fare dell'”omosessualità aggravata”, cioè della recidiva, un reato capitale, i parlamentari hanno mantenuto tale disposizione. I recidivi rischiano quindi la pena di morte, che nella pratica non è più applicata.

Critiche agli evangelici della Chiesa d'Inghilterra
 
Le Consiglio evangelico della Chiesa d'Inghilterra (CEEC), la parte evangelica conservatrice della Chiesa d'Inghilterra, pubblicato una dichiarazione del 13 giugno in cui denuncia la legge ugandese senza nominarla.

Il comunicato ricorda innanzitutto l'attaccamento della CEEC alla Sezione I.10 della Risoluzione Lambeth del 1998 della Comunione anglicana, che dichiara le pratiche omosessuali non scritturali mentre invoca la benevolenza nei confronti delle persone omosessuali:

“Crediamo che abbiano fatto bene i Primati della Comunione nel 2016 a dichiarare il loro “rifiuto delle sanzioni penali contro le persone attratte dallo stesso sesso”. Ci opponiamo alla criminalizzazione del comportamento omosessuale consensuale, soprattutto se associato a sanzioni severe e all'obbligo di denunciare le persone per il loro comportamento".

Criticando le conseguenze della legge, la CEEC ritiene che essa ostacoli il desiderio della Chiesa di accogliere le persone omosessuali:

“Crediamo che tali leggi incoraggino la vittimizzazione di persone gay, lesbiche, bisessuali o attratte dallo stesso sesso e rendano molto più difficile manifestare l'impegno della Chiesa ad ascoltare, prendersi cura e formare tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. "

Jean Sarpedon

Immagine: Salma Bashir Motiwala/ Shutterstock

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