Il Senato vota a favore dell'inserimento nella Costituzione della “libertà” di ricorrere all'aborto

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Cambio di piede al Senato: la Camera alta a maggioranza di destra ha votato mercoledì a favore dell'inserimento nella Costituzione della "libertà delle donne" di ricorrere all'aborto, formulazione che abbandona la nozione di "diritto".

Il testo adottato in prima lettura dai senatori, che ora deve tornare all'Assemblea nazionale, mira a completare l'articolo 34 della Costituzione con questa formula: "La legge determina le condizioni alle quali si esercita la libertà della donna di interrompere la gravidanza.

Dopo un appassionato dibattito, il voto è stato vinto con 166 voti favorevoli e 152 contrari, anche se la strada da percorrere è ancora molto lunga prima di un'eventuale adozione definitiva da parte del Parlamento, cui dovrebbe seguire anche un referendum.

🔴 #aborto : il Senato ha approvato il disegno di legge costituzionale volto a tutelare il diritto fondamentale all'aborto, dopo aver adottato un emendamento che sancisce la libertà delle donne di interrompere la gravidanza.

Vedi l'emendamento di @BasPhilippe :
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- Senato (@Senato) 1 Febbraio 2023

 

I senatori hanno esaminato, nell'ambito di una nicchia parlamentare riservata al gruppo socialista, una proposta di legge costituzionale LFI votata a novembre in prima lettura dall'Assemblea nazionale con l'appoggio della maggioranza presidenziale.

Il testo di questo disegno di legge è stato completamente riscritto, tramite un emendamento del senatore LR Philippe Bas. La formulazione che propone non fa più riferimento al “diritto” all'aborto, che la sinistra unanimemente deplora, pur presumendo di aver agito “responsabilmente” per consentire la continuazione della navetta parlamentare. Perché una pura e semplice bocciatura del testo da parte del Senato avrebbe comportato il suo seppellimento.

Una proposta di legge costituzionale deve infatti essere votata negli stessi termini da entrambe le camere, quindi sottoposta a referendum per essere definitivamente adottata. A differenza di quanto accade con le leggi ordinarie, l'Assemblea nazionale non può avere “l'ultima parola” in caso di disaccordo con il Senato.

Lo scorso ottobre, il Senato aveva respinto con 139 voti favorevoli e 172 contrari un primo disegno di legge costituzionale proposto dall'ecologista Mélanie Vogel e cofirmato da senatori di sette degli otto gruppi del Senato, ad eccezione dei repubblicani.

"La Costituzione non è fatta per mandare messaggi simbolici al mondo intero"

Sullo sfondo, la storica decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, la scorsa estate, di revocare il diritto all'aborto.

“Alcuni di noi vogliono introdurre un riferimento all'aborto nella Costituzione, tanto che sono pronti ad accettare qualsiasi formulazione”, ha criticato il centrista Loïc Hervé.

Il gruppo Les Républicains ha votato a stragrande maggioranza contro l'emendamento Bas, ritenuto “superfluo” dal suo presidente Bruno Retailleau. "Il diritto all'aborto non è minacciato nella sua stessa esistenza in Francia da nessuna formazione politica", ha martellato.

“La Costituzione non è fatta per inviare messaggi simbolici al mondo intero”, ha aggiunto.

Il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, ha ricordato nelle sue osservazioni introduttive la volontà del governo di sostenere “qualsiasi iniziativa parlamentare che miri a costituzionalizzare il diritto all'aborto”. Riguardo alla controproposta Bas, si è affidato alla “saggezza” del Senato, rilevando “la volontà di raggiungere un compromesso”, ma esprimendo “un piccolo dubbio” sulla sua efficacia.

È stato rimproverato da Bas per "essere rimasto in disparte" non prendendo l'iniziativa per un testo di governo.

Philippe Bas, che fu stretto collaboratore di Simone Veil, difese nella sua controproposta la volontà di "garantire l'equilibrio della legge Veil". “Non esiste un diritto assoluto”, ha sottolineato, spiegando che la sua formula “consente al legislatore di non abdicare ai propri diritti in favore del potere costituente”.

La seduta è stata brevemente sospesa dopo un incidente in tribuna: un gruppo di giovani attivisti ha interrotto l'intervento del senatore Stéphane Ravier (Riconquista!) al grido di "Proteggi l'aborto", prima di essere sgomberato dagli uscieri.

La Redazione (con AFP)

Credito immagine: Shutterstock / StockphotoVideo

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