
I senatori per lo più di destra hanno bocciato mercoledì in commissione una proposta per inserire il diritto all'aborto e alla contraccezione nella Costituzione, portata avanti dalla senatrice ambientalista Mélanie Vogel, augurando la stessa sorte mercoledì prossimo nell'emiciclo.
La proposta di legge costituzionale sarà esaminata in prima lettura nell'ambito di uno spazio riservato (“nicchia parlamentare”) al gruppo ambientalista.
Pur dichiarandosi “attaccata alla tutela dell'aborto”, la Commissione Legge del Senato ritiene che “non sia necessaria una revisione costituzionale”. Sulla stessa linea i presidenti di gruppo della maggioranza senatoriale, Bruno Retailleau (LR) e Hervé Marseille (centrista).
"Tutto sarà deciso durante la sessione", ha commentato Mélanie Vogel all'AFP, ricordando che i gruppi politici generalmente consentono la libertà di voto su argomenti sociali di questo tipo.
Secondo la Commissione di legge, l'inserimento di un diritto costituzionale all'aborto e alla contraccezione “non è giustificato dalla situazione che si incontra nel nostro Paese”. "Importa un dibattito legato all'organizzazione costituzionale specifica degli Stati Uniti, molto diversa da quella francese", ha affermato la commissione in un comunicato.
La Commissione Giurisprudenza ritiene inoltre che "l'approccio meramente proclamatorio e simbolico, voluto dagli autori del testo (...) ponga al centro della notizia un argomento sul quale non ci si interroga".
"Non è affatto cosmetico e simbolico", ha reagito Mélanie Vogel. “Non è per mostrare l'importanza di un diritto, è per prevenire in pratica leggi regressive”, ha sottolineato.
“Nessuno può violare il diritto all'interruzione volontaria della gravidanza e alla contraccezione. La legge garantisce a chiunque ne faccia richiesta il libero ed effettivo accesso a tali diritti”, secondo il testo proposto dal gruppo ambientalista.
È stato cofirmato da più di cento senatori di cinque gruppi politici (ecologista, PS, CRCE a maggioranza comunista, RDPI a maggioranza rinascimentale, RDSE a maggioranza radicale). I presidenti dei gruppi PS Patrick Kanner e RDPI François Patriat in particolare lo hanno co-firmato, così come il presidente del gruppo CRCE Eliane Assassi.
Si inserisce in una serie di iniziative parlamentari assunte in risposta alla storica decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di revocare il diritto all'aborto.
Il dibattito dovrebbe riprendere a fine novembre in Assemblea Nazionale, progetti simili rientranti nei testi che i gruppi LFI e Renaissance desiderano inserire all'ordine del giorno, nell'ambito dei rispettivi spazi riservati.
La Redazione (con AFP)