Il grido dei vescovi per i migranti nell'"inferno di Darien"

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I vescovi di Venezuela e Colombia avvertono sulla situazione dei migranti in “uno dei passaggi più mortali al mondo”.

In America Latina, da Panama alla Colombia, si estende una regione chiamata Darien. Questa zona paludosa, tra giungla e montagna, che funge da confine naturale tra i due Stati, è attualmente un passaggio mortale sulla rotta dei migranti venezuelani, haitiani ed ecuadoriani, a tal punto da essere ora chiamata "L'inferno del Darien".

“Ogni giorno arrivano e lasciano il comune di Necoclí tra le 1 e le 800 persone, e stiamo iniziando a vedere casi di accattonaggio, furto, sfruttamento sessuale e tratta di esseri umani”, spiega Mons. Hugo Alberto Torres Marin.

Di recente, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati in Francia ha condiviso su Twitter la foto di un paio di scarpe appartenute a un migrante, scarpe da bambino.

“Queste scarpette hanno attraversato uno dei passaggi più mortali del mondo... Al solo scopo di trovare rifugio. Quest'anno, 160 persone hanno attraversato la regione del Darien, una zona paludosa molto pericolosa al confine tra Colombia e Panama. »

Il 21 e 22 novembre i vescovi del Venezuela e della Colombia si sono riuniti per affrontare questa crisi migratoria. In questa occasione hanno potuto incontrare famiglie migranti, distribuire kit ai migranti, ma anche lavorare con i rappresentanti delle autorità locali, l'ufficio del mediatore, Migration Colombia, UNICEF, OIM, UNHCR, della Croce Rossa colombiana, Mercy Corps e WORLD VISIONE.

“La comunità dei migranti”, spiegano i vescovi, “che riunisce persone di diverse nazionalità, ci ha raccontato di tutte le vicissitudini che deve affrontare per arrivare a Necocli, e dei timori di attraversare il cosiddetto 'inferno di il Darién', a causa delle situazioni di malattia, furto, violazioni, incidenti e sfruttamento da parte di chi lo vede come un'opportunità di grandi guadagni economici, senza alcun controllo istituzionale, locale o nazionale”.

Per Clamor Network, una rete ecclesiale latinoamericana impegnata in migrazione, rifugiati, tratta e sfollamento, questa è “la strada più pericolosa dell'America Latina, una strada mortale”. Martedì 22 novembre la rete ha lanciato una campagna digitale intitolata "El Darién non è una strada, è un vicolo cieco", per dissuadere i migranti dall'avventurarsi lì. Invita i migranti a riflettere, "valutare e prendere coscienza prima di intraprendere questo viaggio che, per molti, è mortale".

MC

Credito immagine: Shutterstock/UrbanUnique

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