Bandito dal territorio in Turchia, un cristiano presenta una denuncia alla Corte europea dei diritti dell'uomo

“Ognuno ha il diritto di scegliere, vivere e condividere liberamente la propria fede. Purtroppo le autorità turche continuano a minare la libertà religiosa cercando deliberatamente di soffocare la diffusione del cristianesimo”.
Un cristiano a cui è stato vietato l'ingresso in Turchia presenta una denuncia alla Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU). Per ADF Internazionale, un'organizzazione di difesa legale basata sulla fede che rappresenta questo cristiano, si tratta di "trattamento discriminatorio dei cristiani da parte della Turchia".
"Ognuno ha il diritto di scegliere, vivere e condividere liberamente la propria fede. Purtroppo le autorità turche continuano a minare la libertà religiosa cercando deliberatamente di soffocare la diffusione del cristianesimo", spiega Lidia Rieder, responsabile legale di ADF International.
"Stiamo depositando il caso di Rachel Zalma (nome cambiato per motivi di sicurezza, ndr) davanti alla CEDU per contestare il trattamento discriminatorio dei cristiani da parte della Turchia. Molti altri affrontano lo stesso divieto di fatto di Rachel e suo marito "Hanno visto la loro vita cambiata sottosopra semplicemente a causa della loro fede.Ci auguriamo che la Corte ritenga responsabile la Turchia affinché i cristiani possano rivivere la loro vita senza che su di loro incombe la minaccia della deportazione o divieti di ingresso incontrastati”.
Rachel Zalma si è trasferita con il marito in Turchia nel 2009. Insieme hanno vissuto lì per più di 11 anni prima di essere considerati una "minaccia all'ordine pubblico e alla sicurezza", il che equivale a un'inammissibilità.
La coppia ha tentato senza successo di contestare questa situazione presso la Corte costituzionale della Turchia e ora vive nel Regno Unito.
MC