Hong Kong: riapertura del processo al cardinale pro-democrazia Joseph Zen

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Il processo all'ex vescovo di Hong Kong, il cardinale Joseph Zen, accusato di aver gestito un fondo per aiutare i manifestanti anti-governativi, è ripreso mercoledì 26 ottobre. 

Dopo essere stato rinviata puis aggiornato a settembre, il processo contro il cardinale Zen, uno dei massimi prelati cattolici in Asia e i suoi cinque coimputati, è ripreso mercoledì 26 ottobre presso la corte di West Kowloon.

Il cardinale, 90 anni, è stato arrestato a maggio insieme ad altri cinque attivisti pro-democrazia per "collusione con forze straniere" che aveva suscitato indignazione internazionale.

Tuttavia, in questa fase non è stato accusato di questo reato che lo porterebbe all'ergastolo, secondo la legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino nel 2020.

Con i suoi coimputati, tra cui la cantante Denise Ho e l'avvocato Margaret Ng, è attualmente solo sotto processo per mancata registrazione del fondo come società.

L'ormai sciolto 612 Humanitarian Relief Fund aveva lo scopo di finanziare parte delle spese legali e mediche degli arrestati durante le massicce proteste a favore della democrazia del 2019.

Incorrono in una multa di 10.000 dollari di Hong Kong (1.300 euro) e si sono dichiarati non colpevoli.

Gli imputati si sono dichiarati non colpevoli. Secondo AsiaNews, i loro avvocati sostengono che non erano tenuti a registrare il fondo come società. Sostengono che il Companies Act è incostituzionale perché la sua definizione di "azienda" è ambigua e i suoi requisiti vanno oltre quanto necessario per proteggere la sicurezza nazionale.

L'accusa è intervenuta mercoledì. Afferma da parte sua che il fondo "612 Fondo di soccorso umanitario" era di natura politica e quindi doveva registrarsi.

Il procuratore Anthony Chau Tin ha ricordato in particolare che l'associazione ha ricevuto ingenti donazioni (circa 58 milioni di dollari) che sono state utilizzate per sponsorizzare campagne politiche, organizzare conferenze stampa e campagne di raccolta fondi, nonché per assumere personale.

Il processo è stato poi aggiornato dal giudice Ada Yim Shun-yee al 31 ottobre. Toccherà poi ai difensori parlare.

Accordo Cina-Vaticano

Il caso arriva solo pochi giorni dopo il rinnovo di un controverso accordo tra Cina e Vaticano che consente a Pechino di nominare vescovi in ​​Cina con l'approvazione del papa.

Mons. Zen si è più volte mostrato critico nei confronti di questo accordo, che considera dannoso per la Chiesa clandestina cinese, che rifiuta di sottomettersi alle richieste delle autorità. Nel suo omelia pronunciata durante una messa di maggio, l'aveva definita “fuorviante”, pur partendo da “buone intenzioni”.

Camille Westphal Perrier

Credito immagine: Shutterstock/Yung Chi Wai Derek

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