Fine vita: il convegno cittadino partirà all'inizio di dicembre

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Il Convegno cittadino sul fine vita, che deve riunire un centinaio di francesi per guidare il governo su un possibile nuovo cambiamento legislativo, inizierà i suoi lavori il 9 dicembre, ha annunciato giovedì il suo organizzatore, le Cese.

"La convenzione sarà lanciata venerdì 9 dicembre e i lavori si concluderanno a metà marzo", ha annunciato in conferenza stampa Claire Thoury, membro del Consiglio economico, sociale e ambientale e responsabile dell'organizzazione di questi dibattiti.

È sulla base delle loro conclusioni che il governo deciderà se modificare o meno la legge Claeys-Leonetti sull'assistenza medica in fine vita, eventualmente legalizzando "l'assistenza attiva al morire" che il Comitato Etico ha recentemente ritenuto possibile a condizioni rigorose.

Il presidente Emmanuel Macron, che intende fare della fine della vita la grande riforma sociale del suo secondo mandato quinquennale, ha ripreso l'argomento alla fine dell'estate, ma è attento a non difendere una posizione netta.

Il fine vita fa infatti risorgere regolarmente i dibattiti in Francia, in particolare di fronte ad altri paesi europei, come Belgio, Paesi Bassi ma anche Spagna, dove la legislazione è cambiata negli ultimi anni per autorizzare l'eutanasia in modo molto strutturato.

L'Eliseo e il governo hanno restituito la responsabilità dei dibattiti a una "convenzione cittadina", sullo stesso modello di quella che si era incontrata sul clima nel 2019 e nel 2020, anche se lo Stato aveva finalmente mantenuto solo alcune delle sue proposte.

Nelle prossime settimane saranno estratti a sorte 150 francesi per partecipare ai dibattiti sul fine vita, con una ponderazione per sesso, età, luogo di residenza, professione e livello di istruzione.

D'altra parte, “stamattina abbiamo scelto di non avere criteri di esclusione”, ha precisato la Thoury. In altre parole, nessun partecipante sarà escluso a causa della sua religione, della sua professione - in particolare, se è un caregiver -, o della sua esperienza personale, ad esempio se si è confrontato con la fine della vita di una persona cara. .

“Ci sarà inevitabilmente un piccolo (pregiudizio)”, ha tuttavia riconosciuto la signora Thoury, interrogata sul rischio che il metodo di designazione favorisca le persone più coinvolte. I sorteggiati potranno infatti rifiutare la convocazione delle Cese, che comporterà la loro regolare disponibilità per tre giorni consecutivi di dibattiti.

La Redazione (con AFP)


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