
Venerdì 11 novembre i 234 migranti soccorsi dalla nave Ocean Viking sono riusciti a raggiungere la base navale di Tolone, dopo tre settimane di peregrinazione in mare, episodio conclusivo del dramma migratorio che si sta consumando nel Mediterraneo e il cui svolgimento e poi il suo esito possono dare luogo a diverse chiavi di lettura.
A livello di politica europea e di integrazione, il resa dei conti tra Parigi e Roma, rivivendo il duello che oppose Emmanuel Macron nel 2018 con l'allora Presidente del Consiglio dei Ministri italiano e l'attuale Il vicepresidente Matteo Salvini, ha sottolineato gli ostacoli all'affermazione della solidarietà europea sulla domanda. A livello di politica interna, poi, abbiamo visto quanto pesa la situazioneOcean Viking ha accusato le divisioni tra "umanisti" e sostenitori della fermezza.
Ricordiamo, inoltre, che valevano le osservazioni esclusione per due settimane del deputato del Raduno Nazionale Grégoire de Fournas si sono svolte proprio in occasione del discorso di un deputato della Francia ribelle che denunciava la sorte riservata al passeggeri della nave umanitaria.
L'ultimo episodio dell'epopea diOcean Viking è anche e tra l'altro oggetto di analisi giuridica.
I limiti del diritto internazionale del mare
Durante il suo peregrinare, le difficoltà di ritrovare un approdo sottolinearono il limiti di una legge del mare lottando per imporsi su uno stato chiaramente definito ad aprire i suoi porti per accogliere i sopravvissuti. La decisione di lasciare che i passeggeri delOcean Viking significativo anche lo sbarco a Tolone. Firma certamente il loro appoggio temporaneo da parte della Francia, ma non comporta, almeno inizialmente, la loro ammissione nel territorio francese (in senso legale). Quello che il ministro dell'Interno non ha fatto per mancanza souligner).
Questa situazione permette poi di evidenziare una delle singolarità della concezione giuridica del territorio, in particolare per quanto riguarda la situazione degli stranieri. aree di attesa ne sono un chiaro esempio.
Le "aree di attesa"
Gli aeroporti sono stati i primi spazi in cui sono apparse queste aree, considerate non ricadenti legalmente nel territorio dello Stato ospitante. La pellicola Il terminale, in cui Tom Hanks interpretava un iraniano che aveva vissuto per diversi anni a Roissy, dove morì sabato 12 novembre –, nel 2004 ha portato questa situazione all'attenzione del grande pubblico.
In Francia, le "zone internazionali", inizialmente avvolte nell'incertezza quanto alla loro base giuridica e all'interno delle quali le autorità affermavano quindi di non essere soggette al rispetto delle norme a tutela dei diritti umani, hanno lasciato il posto alle "aree di attesa" grazie alla Legge del 6 luglio 1992).
[Quasi 80 lettori si affidano alla newsletter di The Conversation per comprendere meglio i principali problemi del mondo. Iscriviti oggi]Una situazione di esclusione – almeno, asserita dalle autorità – dalla legge è stata poi sostituita da un regime eccezionale: si riteneva che le persone ivi trattenute non fossero ancora entrate legalmente nel territorio francese.
Non più – presumibilmente – poste “fuori legge” come lo erano le zone internazionali, le zone di attesa sono comunque rimaste “fuori terra”. Una delle conseguenze di ciò è che le eventuali domande di asilo ivi presentate rientrano poi nella dicitura “asilo alla frontiera”. Sono quindi soggetti ad un regime, in particolare processuale, molto meno favorevole ai richiedenti (Codice dell'ingresso e del soggiorno degli stranieri e del diritto di asilo CESEDA, Titolo V, articoli da L.350-1 a L.352-9).
La “finzione legale”
La “finzione giuridica” costituita dalle aree di attesa si estende ormai, tra l'altro, alle stazioni ferroviarie aperte al traffico internazionale, ai porti o in prossimità del luogo di sbarco (CESEDA, art. L.341-1). Queste "enclavi" all'interno del territorio, intorno a cento attualmente, può anche comprendere, anche "nei pressi della stazione, del porto o dell'aeroporto o presso il luogo di sbarco, uno o più luoghi di alloggio che forniscano agli stranieri interessati servizi di tipo alberghiero" (CESEDA, art. L.341-6).
È il caso della sala d'attesa creata dal prefetto del Var attraverso a arrestato, a seguito della ricezione delOcean Viking.
“per il periodo dall'11 novembre al 6 dicembre 2022 compreso, un'area di attesa temporanea sulla precedenza della base navale di Tolone e su quella del CCAS EDF Holiday Village 1654, avenue des Arbanais 83400 Hyères (Giens)” .
Accolti in questo Villaggio Vacanze i cui "servizi di tipo alberghiero" non sembrano corrispondere opportunamente alla caricatura raffigurato da alcuni, i sopravvissuti rimangono, legalmente, ai confini della Francia.
Alle porte del territorio francese
Non si trovano quindi in una zona di illegalità: posti sotto il controllo delle autorità francesi, devono essere loro garantiti il rispetto dei loro diritti umani. Alle porte del territorio francese, i migranti soccorsi dalOcean Viking comunque rientrano nel "giurisdizione" francese come ricordato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. La Francia è quindi tenuta a rispettare i suoi obblighi, in particolare per quanto riguarda le condizioni del loro mantenimento forzato all'interno della zona.
Alcuni dei sopravvissuti recupereranno la libertà grazie al permesso di entrare legalmente nel territorio della Francia. È il caso dei minori non accompagnati, i cui è annunciato che saranno assistiti da Child Welfare.
Questo vale anche per coloro che sono stati autorizzati a presentare una domanda di asilo sul territorio francese e avranno ottenuto, a tal fine, un visto di regolarizzazione di otto giorni. Tra questi, la maggior parte (175) dovrebbe essere inviata agli Stati europei che si sono impegnati a riceverli, presumibilmente per l'esame delle loro domande di protezione internazionale. Espressione di una solidarietà europea al minimo di cui bisognerà però vedere il suites.
Infine, per tutti gli altri, coloro ai quali è stato notificato un rifiuto di ingresso in territorio francese e che non saranno sostenuti da nessun altro Stato, il Ministro dell'Interno precisa che saranno costretti a lasciare l'area di attesa di destinazione che rimane ancora per il meno incerto. Questi saranno poi stati accolti (molto) temporaneamente dalla Francia ma saranno considerati come mai entrati nel territorio francese.
Florian Aumond, Docente di diritto pubblico, Università di Poitiers
Questo articolo è ripubblicato da The Conversation sotto licenza Creative Commons. Leggi ilarticolo originale.