Cina: il rapporto delle Nazioni Unite "Evidenzia gravi violazioni dei diritti umani che si verificano nello Xinjiang"

Un rapporto pubblicato mercoledì sera da Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, riporta "prove credibili" di torture e violenze sessuali contro la minoranza musulmana uigura.
Pochi minuti prima della fine del suo mandato come Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet ha pubblicato mercoledì sera un rapporto tanto atteso sulle presunte violazioni dei diritti umani nella provincia cinese dello Xinjiang.
Un testo che "evidenzia le gravi violazioni dei diritti umani avvenute nello Xinjiang, che potrebbero, secondo il rapporto, costituire crimini internazionali, in particolare crimini contro l'umanità", ha indicato il capo della diplomazia europea Joseph Borrell.
Questo rapporto riporta "prove credibili" di torture e violenze sessuali contro la minoranza musulmana uigura e invita la comunità internazionale ad agire, riferisce Agence France Presse.
L'Unione Europea ha “accolto con favore” giovedì la pubblicazione di questo testo. “Come afferma il rapporto, la situazione dei diritti umani” nello Xinjiang “richiede urgente attenzione da parte del governo cinese, delle Nazioni Unite (…) e della più ampia comunità internazionale. L'UE si unisce all'invito degli esperti delle Nazioni Unite a monitorare e valutare da vicino la situazione dei diritti umani in Cina", ha concluso Josep Borrell.
Da parte sua, giovedì la Germania ha invitato Pechino "a concedere immediatamente a tutti i residenti dello Xinjiang il pieno esercizio dei loro diritti umani".
La Cina, invece, giovedì ha fortemente denunciato il rapporto Onu, denunciando “una raccolta di disinformazione” e “uno strumento politico” scritto da “scagnozzi” degli occidentali.
Il 20 gennaio l'Assemblea nazionale ha riconosciuto e condannato per la prima volta, “genocidio e crimini contro l'umanità” subito dagli uiguri nella Repubblica popolare cinese.
Nello stesso periodo, David Curry, presidente dell'organizzazione internazionale che sostiene i perseguitati cristiani Open Doors Usa (Open Doors in francese, ndr), si è soffermato nel corso di una conferenza stampa sulla persecuzione subita dalle minoranze religiose in Cina.
In particolare, si è detto particolarmente preoccupato per l'uso del “controllo centralizzato del governo per sopprimere e sterminare la libera pratica religiosa di ogni tipo”. Ha poi affermato che "il cappio dell'alta tecnologia cinese sta lentamente soffocando la libera espressione della fede cristiana e della fede dei musulmani e di altre minoranze religiose", compresi gli uiguri.
La Cina occupa il 17° posto nel Global Christian Persecution Index 2022 pubblicato dalla ONG Portes Ouvertes. L'organizzazione rivela che “la situazione dei cristiani si sta deteriorando” mentre “le chiese sono sempre più monitorate”.
Camille Westphal Perrier (con AFP)