Blasfemia, lavoro forzato, matrimonio e conversione: il rapporto del Centro europeo per il diritto e la giustizia

Il Centro europeo per il diritto e la giustizia ha pubblicato un rapporto sulla libertà religiosa in Pakistan per l'Universal Periodic Review dell'ONU.
Il Centro europeo per il diritto e la giustizia ha recentemente presentato a relazione sulle condizioni della libertà religiosa in Pakistan per la revisione presso le Nazioni Unite, nell'ambito della Revisione periodica universale.
Il rapporto inizia denunciando conversioni forzate e matrimoni forzati, ricordando che ogni anno circa 1000 donne cristiane e indù sono costrette a sposarsi e convertirsi all'Islam in Pakistan. Sebbene il Child Marriage Restraint Act 1929 preveda sanzioni per chiunque contragga, contragga o incoraggi il matrimonio precoce, il rapporto denuncia che "i tribunali pakistani applicano la legge della Sharia, in base alla quale le ragazze possono sposarsi quando raggiungono la pubertà.
Il rapporto richiama anche l'attenzione sul fatto che durante l'ultima revisione periodica, tredici paesi hanno raccomandato al Pakistan di agire contro le leggi sulla blasfemia. Tuttavia, "il Pakistan si è accontentato di prendere atto di queste raccomandazioni e non ha intrapreso alcuna riforma", deplora il rapporto del Centro europeo di diritto e giustizia. Denuncia “la crescente pressione sociale per condannare ingiustamente i cittadini delle minoranze”. "Solo nel 2021, sono stati registrati cinquanta casi di blasfemia e almeno cinque persone sono state uccise", si legge.
Un altro obiettivo del rapporto è il lavoro forzato. Vietato in Pakistan dal 1992, ci sono tuttavia quasi 4 milioni di persone sottoposte a lavori forzati in tutto il paese, tra cui un gran numero di bambini. Il rapporto denuncia i prestiti contratti dai lavoratori dai datori di lavoro, “quasi mai rimborsati a causa delle pratiche contabili corrotte dei datori di lavoro”. “Questo problema si riscontra soprattutto nelle comunità cristiane che spesso sono povere e lavorano per datori di lavoro prevalentemente musulmani che ne traggono profitto”, specifica il rapporto prima di specificare un altro problema, “la schiavitù per debiti resta un metodo con cui le donne cristiane sono maltrattate e costrette a convertirsi Islam e sposare uomini musulmani".
Per Preoccupazione cristiana internazionale International, questo rapporto è “essenziale per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla persecuzione dei cristiani e sulle violazioni dei diritti umani in Pakistan”. "Senza una forte pressione internazionale e interna, è improbabile che i leader e i funzionari del governo pakistano apportino cambiamenti per migliorare le condizioni per i gruppi di minoranze oppresse", ha affermato l'organizzazione.
MC