
In Sudan, un pastore ha organizzato un incontro di preghiera per la madre malata. Ora è imprigionato dalle autorità.
Abdalla Haron Sulieman è un pastore in Sudan. Essendo sua madre malata, organizzò un incontro di preghiera, per chiedere a Dio la sua guarigione.
Ma secondo le fonti di Notizie sulla stella del mattino, è stato arrestato dalle autorità sudanesi che lo hanno posto in detenzione per "stregoneria", il 21 novembre, in riferimento al caso n. 6737/2022 ai sensi del codice penale sudanese del 1991.
È stato a El Hasahisa, nella chiesa evangelica presbiteriana, che si è svolto l'incontro. Dopo la preghiera, la madre del pastore, che soffriva di un'infezione alle gambe che le impediva di camminare, è stata guarita. Poi sono arrivate diverse persone, il che avrebbe fatto infuriare gli estremisti musulmani.
Giovedì l'evangelista Francesco Ismail ha potuto visitare il parroco. Denuncia “una grave violazione contro i cristiani del Sudan”.
I cristiani sudanesi hanno denunciato questa persecuzione sui social network, chiedendo, per alcuni, l'immediata liberazione del pastore. “Dobbiamo continuare a pregare per nostro fratello perché è in prigione per il vangelo”, ha detto uno di loro sulla sua pagina Facebook.
La Commissione americana per la libertà religiosa internazionale rileva che “durante i primi mesi della sua ascesa al potere, il governo di transizione, sotto la guida del primo ministro Abdalla Hamdok, ha adottato misure concrete per migliorare la libertà religiosa”, ma ricorda anche che “permangono gravi sfide”.
MC